GRANI ED ALTRI INGREDIENTI FERMENTAILICARATTERISTICHE ED UTILIZZOI grani e gli altri ingredienti (fiocchi, ecc.) che forniscono al mosto materiale fermentabile si dividono in
diverse categorie che determinano la loro tecnica di utilizzo.
La prima distinzione é fra ingredienti che necessitano di mashing (cottura) e quelli che non ne hanno
bisogno. Questi ultimi infatti hanno già subito una trasformazione che ha convertito l'amido in zuccheri più o
meno fermentabili. é come se fosse avvenuto una specie di mini-mashing all'interno di ciascun piccolo
chicco di malto. In questo processo é avvenuta (in misura variabile) anche una caramellizzazione o
tostatura.
Tutti i malti con il nome che inizia per Cara- appartengono a questa categoria, insieme ai malti crystal,
chocolate e black. La loro utilità é quella di poter essere usati con semplicità nel metodo di produzione da
estratto di malto. La loro funzione é di aggiungere/variare colore, gusto, aroma (e in qualche caso, come nel
Carapils, corpo) e non quella di costituire il "grosso" del materiale fermentabile: sono ovviamente utilizzati
anche nella tecnica produttiva "all grain"; in questo caso subiscono il processo di mashing insieme agli altri
grani solo per comodità di uso.
Anche fra i grani e gli ingredienti che necessitano di mashing si deve fare una distinzione: infatti
1. alcuni grani contengono già gli enzimi necessari alla conversione di amido in zucchero, anzi in quantità
superiore alle loro stesse esigenze
2. alcuni grani contengono già detti enzimi, ma solo in quantità strettamente necessaria a loro stessi
3. altri grani o ingredienti ne sono privi. Questi ultimi (sono gli ingredienti più... rompiscatole) devono essere
miscelati insieme ai grani di tipo 1.
Tornando agli ingredienti che non necessitano di mashing, da notare che alcuni (come l'orzo tostato) non
sono in realtà "saccarificati" (amido convertito in zucchero) ma semplicemente tostati in modo tale da
estrarre solamente colore (scuro) e aroma (tostato). Infatti il concetto base di tutto é:
1. vogliamo estrarre zuccheri e/o colore, gusto e aroma
2. non dobbiamo estrarre amido
Quanto sopra per quanto riguarda la possibilità di utilizzo dei grani; ora passiamo al loro effetto quando
vengono impiegati.
CORPOSITA’ DELLA BIRRAE’ in relazione (anche se non soltanto) con la fermentabilità del mosto.
Infatti, gli zuccheri derivati dal malto (o dai grani non maltati o dai fiocchi) non sono fermentabili al 100% - al
contrario ad es. dello zucchero da tavola); la fermentabilità é di solito fra il 60 ed il 65% e alla fine della
fermentazione permangono nella birra zuccheri non fermentabili (le destrine). E’ questo che determina la
dolcezza e la corposità della birra.
La percentuale di fermentabilità varia a seconda del procedimento di cottura adottato (vedi approfondimenti);
ma alcuni grani "speciali" o da "steeping" (ovvero quelli che non necessitano di mashing) hanno una
fermentabilità piuttosto ridotta e quindi contribuiscono positivamente al corpo della birra. (Carapils,
Caramunich etc... Crystal).
ALTRE CARATTERISTICHEL’elenco che segue non é certo esaustivo ma é una breve descrizione delle tipologie di grani maggiormente
usati:
PILSENER é il malto di base per la maggior parte delle birre dell'Europa Continentale. E’ quello che da il
colore più chiaro alla birra.
PALE ALE MALT Simile al precedente, essiccato a temperatura leggermente superiore. Rispetto al
precedente é più “modificato” (meno proteine, meno rischio di torbidezza della birra), meno chiaro, meno
ricco di enzimi.
VIENNA, MUNICH Sono prodotti a temperatura progressivamente maggiore (in genere da malti continentali)
e danno un colore progressivamente più scuro alla birra, dall'ambrato al bruno se impiegati al 100%. Hanno
enzimi appena sufficienti a convertire se stessi.
AMBER, BISCUIT Ancora più tostati, dall'aroma più biscottato e non ancora caramellato come i malti che
seguono. Poveri di enzimi.
CARAPILS Colore: chiaro, nessun contributo. Aroma: leggermente caramellato Fermentabilità bassa, viene
quindi impiegato per aggiungere corpo alla birra
CARAMUNICH, CARAVIENNE Caratteristiche in parte simili ai malti di Monaco e Vienna non caramellati;
sono comunque da usare in quantità moderate (i non caramellati si usano anche fino al 100%).
Contribuiscono anche al colore.
CRYSTAL Colore: da ambrato a ramato a bruno chiaro a seconda della quantità Aroma: anche questo é un
malto caramellato, se usato in quantità (es. 200-300gr x10 litri) é uno dei malti che dà maggiormente un
gusto... "caramellato"
CHOCOLATE Colore: anche in quantità moderate può contribuire ad un colore bruno o decisamente scuro
alla birra Aroma: richiama un po’ il cioccolato, ma anche un po’ il tostato-caffé come il Roast.
SPECIAL B Caratteristiche simili al chocolate, ma dà un gusto ancora più "cioccolato" e meno tostato.
ROAST BARLEY Orzo tostato, non maltato! Insieme al Black é quello che contribuisce maggiormente al
colore, ma a volte é usato in quantità molto moderate per certe birre rosse. Caratteristico aroma tostato tipo
caffé; indispensabile nelle stout irlandesi.
BLACK MALT Simile al precedente, ma di aroma ancora più deciso e penetrante. I malti scuri vanno usati
con moderazione, normalmente non eccedere i 100-120 gr totali per 10 litri; a meno di non preparare una
stout tipo Guinness, in questo caso si possono anche superare i 200gr.
MALTO DI GRANO Oltre all'impiego (in quantità fino al 50% e oltre) nelle tipiche weizen, può venire usato in
piccole quantità in quasi tutte le ricette per aumentare la ritenuta di schiuma.
GRANO non maltato, é un tipico ingrediente delle blanche belghe e delle lambic.
ZUCCHERI Per i vari tipi di zucchero non vi sono molte considerazioni da fare. La prima cosa da notare é
che essendo fermentabili in genere al 100% gli zuccheri non portano alcun contributo alla dolcezza della
birra, anzi: birre con alte percentuali di zucchero (ad es. bianco, da tavola) sono MENO dolci e soprattutto
meno corpose e gustose di birre "tutto malto". Lo zucchero va quindi usato con parsimonia accertandosi che
sia stilisticamente coerente con il tipo di birra che si prepara - ad esempio, alcuni tipi di ales belghe lo
prevedono. Alcune Old Ale comprendono nella ricetta zuccheri scuri, non raffinati tipo Demerara o anche
melassa, che ha una aroma particolare e avvertibile. Ales belghe impiegano lo zucchero "candito" (Candy
Sugar) in grossi cristalli. Quello chiaro non dà risultati molto differenti dallo zucchero bianco, ma lo scuro ha
un aroma più interessante e contribuisce anche al colore. In questa categoria ricordiamo anche il MIELE.
Anche questo ingrediente é composto da zuccheri fermentabili al 100% o quasi (quindi in genere non
contribuirà a dolcezza e corpo) ma ha un suo aroma e gusto che può essere interessante in certe birre. Va
aggiunto verso la fine della bollitura se si vuole esaltarne l'aroma, in caso contrario all'inizio.
FIOCCHI sono grani (di orzo, avena, grano etc...) che vengono “cotti” e schiacciati in rulli. Sono ovviamente
privi di enzimi, per cui devono essere utilizzati nel mashing assieme ad altri grani oppure anche con estratto
diastatico (ricco di enzimi). In quest’ultimo caso é necessario effettuare una pausa a temperatura opportuna
(circa 65°C) per permettere la trasformazione degli amidi in zuccheri. I fiocchi non contribuiscono al colore,
ma al gusto e alla compattezza e persistenza della schiuma
CONSERVAZIONE DEL MALTOIl malto viene venduto in sacchi di plastica che pesano da 1 Kg (per le varietà più scure tipo Chocolate e
Roasted Barley) a 25 - 50 Kg (per i tipi base: Pilsner e Pale Ale). Si possono conservare nei sacchi di
plastica con cui é venduto, richiudendo con un laccio i sacchi aperti e conservandoli al fresco e all'asciutto.
La cosa migliore e di farsi una scorta minima (almeno per il Pils e il Pale Ale), in modo da avere sempre malti
freschi ed enzimaticamente attivi.
Anche se alcuni rivenditori lo vendono già macinato, é opportuno macinare i malti giusto prima di iniziare il
mashing.
IL LIEVITO
INTRODUZIONEIl lievito é un organismo unicellulare, che si riproduce dividendosi e creando copie di sé stesso. Il suo
nutrimento sono gli zuccheri più semplici (quelli fermentabili) e si sviluppa sostanzialmente in tre fasi:
1 - Respirazione: il lievito utilizza l'ossigeno disciolto nel mosto per immagazzinare energia per la futura
attività e riproduzione - questa fase dura da 2 a 24 ore
2 - Fermentazione: le cellule di lievito si riproducono molto velocemente (la popolazione raddoppia ogni 20
minuti) e metabolizzano gli zuccheri, trasformandoli in alcol etilico ed anidride carbonica - la fase di
fermentazione dura in genere dai 3 ai 6 giorni
3 - Sedimentazione: quando sono stati consumati quasi tutti gli zuccheri il lievito comincia a sedimentare
per mancanza di cibo sul fondo del fermentatore - fase di 1 - 2 giorni
I lieviti per birra sono sostanzialmente raggruppati in due grandi famiglie:
Saccharomyces cerevisiae, detto ad alta fermentazione, lavora nel range di temperatura 12-20°C e
fermenta in superficie, creando una massa di schiuma piuttosto compatta. Dà alla birra un sapore fruttato e
aromatico
Saccharomyces uvarum (Carlsbergensis) detto a bassa fermentazione lavora a 4-15°C e fermenta sul
fondo. La birra di lieviti a bassa non é generalmente fruttata e produce una birra che privilegia gli aromi dei
malti.
Alcuni esempi di stili di birre realizzate con lieviti ad alta fermentazione:
Ale, Bitter, Scotch Ale, Stout, India Pale Ale, Barley Wine, Alt, Kolsch, Weizen, Dubbel, Triple
mentre birre con lieviti a bassa fermentazione sono
Lager, Pilsner, Helles, Dortmunter, Bock, Monaco, Vienna, Marzen, Dunkel
Esiste poi una categoria particolare di birre (Lambic) in cui la fermentazione avviene spontaneamente, grazie
a lieviti presenti nell'aria. Queste sono tipiche di una zona nelle vicinanze di Bruxelles, in Belgio. Sorvoliamo
comunque su questo punto, dal momento che le possibilità di realizzare in casa una birra di questo tipo sono
molto limitate.
USO DEL LIEVITOIl lievito di birra commercializzato viene venduto secco in bustina, oppure liquido. Il lievito liquido in generale
é di migliore qualità e purezza (ma anche alcuni secchi danno ottimi risultati) e soprattutto nel formato liquido
sono disponibili i lieviti specifici per ogni tipo di birra (ad esempio, se comprate il lievito Wyeast per Irish
Stout si dice ufficiosamente che sia proprio quello usato dalla Guinness!).
Precedentemente é stato spiegato come utilizzare il lievito secco attraverso la sua reidratazione; vediamo ora quello liquido.
IL LIEVITO LIQUIDO Il sacchetto di lievito contiene del liquido (micro-mosto? soluzione con nutriente?) e un
ulteriore pacchettino interno. 3 o 4 giorni prima della data fatidica, bisogna, senza aprire il sacchetto,
localizzare con le dita la posizione del sacchetto interno e romperlo, per esempio schiacciando con il palmo
della mano. Il sacchetto interno si rompe ed il lievito fuoriesce mixandosi al liquido. Il sacchetto comincerà
piano piano a espandersi, segno che internamente avviene una microfermentazione che permette alle poche
cellule di lievito originali di moltiplicarsi; entro qualche giorno (si dice, circa, un giorno per ogni mese di
vecchiaia del lievito) sarà bello gonfiato. A questo punto, si apre il pacchetto, e si immette il contenuto nel
fermentatore.
LO STARTER Si tratta di preparare una microbirra, di mezzo litro circa, per darla in pasto al lievito, che nel
fermentarla si moltiplicherà ulteriormente. La microbirra si prepara facilmente senza luppolo, bollendo per
pochi minuti un litro d'acqua con 60-70 grammi di estratto secco o due cucchiai di estratto liquido. Si bolle
per 5-10 minuti, si lascia raffreddare fino verso 25C e si misura la densità - meglio che sia attorno ai 1040.
Si mette questo mosto in una bottiglia da litro o da 0.75 (se si é formato un po’ di deposito di proteine meglio
cercare di non versarne troppo) e si aggiunge il lievito. Si chiude la bottiglia non ermeticamente, o con un
gorgogliatore, oppure usando del cotone o ancora un pezzetto di stoffa bianca sterilizzato. Tutto quello che
andrà a contatto con mosto e lievito va sterilizzato nel modo abituale (candeggina etc...).
Lo starter dopo qualche ora comincerà a fermentare. Qualcuno preferisce portare a termine la
fermentazione, togliere via la parte liquida (minibirra) e impiegare il sedimento di lievito che si é formato. I più
pensano che sia meglio cogliere il momento in cui la fermentazione dello Starter é al massimo, cioè circa a
metà strada (si chiama High Krausen) e inserire tutto nel mosto della vera birra che abbiamo preparato.
Il processo descritto si dovrebbe fare 24-36 ore prima della preparazione della birra, in modo tale da avere il
lievito pronto al momento opportuno. In questo modo la fermentazione parte velocemente, riducendo i rischi
di infezione.
Qual é lo scopo dello starter? Per una buona fermentazione, é opportuno che il numero di cellule di lievito
disponibili sia ottimale in relazione alla quantità di zuccheri che andiamo a fermentare. Infatti, in linea teorica
il lievito é riproducibile indefinitamente, mentre in realtà il numero di “duplicazioni” dipende anche dalla
quantità ossigeno (ed altre sostanze) presente nel mosto. Solitamente in una fermentazione normale, una
volta esaurito l’ossigeno, il lievito non riesce a moltiplicarsi oltre le 4 volte.
E’ sempre opportuno quindi prevedere una ottimale quantità di lievito: per 23 litri di una birra “normale” la
busta di lievito liquido può essere sufficiente, ma in caso di birre ad alta gradazione o di lieviti a bassa
fermentazione é meglio realizzare 1 o 2 litri di starter.
Se necessario, si possono fare più step: primo starter più piccolo, in questo caso fermentazione completa, si
elimina lasciando il sedimento di lievito, si prepara un secondo starter più grosso e così via...
LA FERMENTAZIONE Al di là della temperatura indicata per il singolo lievito (ad alta o a bassa) é
importante evidenziare che il lievito non sopporta i rapidi sbalzi di temperatura.
Se la temperatura poi é troppo alta (oltre i 25°C), oltre a maggiori rischi di contaminazione batterica, il lievito
produrrà degli sgradevoli aromi, mentre, se la temperatura é troppo bassa, il lievito si "addormenterà",
risultando inattivo. Come citato, l’ossigeno presente nel mosto é importante. La carenza di ossigeno, oltre a
problemi di corretta fermentazione, porta allo sviluppo di alti livelli di Esteri, che portano profumi ed aromi
fruttati molto forti (specie un aroma di banana).